Il percorso di sostegno


Il supporto psicologico può essere utile per affrontare una crisi temporanea, per favorire una crescita interiore personale, per esigenze di orientamento, per raggiungere una maggiore e migliore consapevolezza di sé, degli altri e del proprio contesto familiare, sentimentale, sociale, lavorativo o scolastico. Un qualsiasi mutamento o evento nella propria esistenza (come cambiare lavoro, sposarsi, crescere, avere dei figli, affrontare una malattia, un lutto, ecc.) può risultare di difficile elaborazione e superamento. In tal caso una consulenza psicologica può risultare un benefico supporto ed un aiuto positivo, capace di sostenere la persona nel momento di disagio fino alla sua attenuazione e/o scomparsa.

 

Di seguito vengono elencati alcuni casi nei quali è possibile trarre beneficio dalla consulenza con uno psicologo:


Tutti noi abbiamo provato uno stato di ansia. L’ansia infatti è una condizione fisiologica indispensabile per la nostra vita utile alla sopravvivenza, poiché ci mette in condizioni di “allerta” nei confronti dei pericoli. Quando però diventa eccessiva creando uno stato di malessere molto forte e talvolta impedendo il normale svolgimento delle attività potremmo trovarci di fronte ad un caso di disturbo d’ansia.

Ecco alcune delle caratteristiche dell’ansia:
- Palpitazioni
- Aumento della sudorazione
- Tremore
- Sensazione di soffocamento
- Dolore o fastidio al petto
- Nausea o disturbi addominali

Il lutto è considerato tra gli eventi maggiormente stressanti per la vita di una persona. Le reazioni ad esso sono soggettive e dipendono da molte variabili inerenti l’evento. L’elaborazione del lutto implica perciò un processo, un divenire di emozioni e stati d’animo che richiedono tempi che variano da persona a persona. Il sostegno psicologico si configura in questo caso come un contenitore nel quale riversare le proprie emozioni affinchè possano evolvere nella consapevole accettazione di questo evento .

In particolare è necessario aiutare il bambino o l’adolescente a:

  • - conoscere e comprendere sensazioni, sentimenti, atteggiamenti, fantasie legate alle paure, ai propri bisogni e desideri;

  • - conoscere le emozioni, la loro funzione e il loro significato, e a comunicarle al genitore imparando a individuare segni di disponibilità.

Il termine Depressione è oggi molto usato nel linguaggio comune, a tal punto che con esso si tende ad indicare qualsiasi condizione di tristezza o abbassamento del tono dell’umore. È bene dunque chiarire cosa si intende per depressione in clinica. Sono diversi i sintomi che caratterizzano la depressione, ma per poter parlare di tale condizione è indispensabile  la presenza di umore depresso per la maggior parte del tempo con perdita di interesse e piacere per quasi tutte le attività. A questo si accompagnano:

- significativa perdita di peso. Alterazione dell’appetito che può diminuire, ma in alcuni casi invece aumentare;
- disturbi del sonno: insonnia o ipersonnia;
- agitazione o rallentamento psicomotorio;
- mancanza di energia, affaticabilità;
- sentimenti e pensieri di autosvalutazione  e di colpa eccessivi e inappropriati;
- scarsa capacità di concentrarsi, indecisione;
- pensieri ricorrenti di morte e di suicidio.

I sintomi sperimentati comportano un disagio significativo nelle diverse aree di vita.

Le persone che soffrono di depressione si descrivono come tristi, affaticate, prive di piacere nel fare le cose da cui prima venivano gratificate, formulano pensieri negativi non riuscendo quindi a vivere il presente. Tutto costa molta più fatica, anche le piccole cose quotidiane possono sembrare montagne insormontabili. Il supporto psicologico in questo caso può essere utile per scegliere una strategia di intervento che coinvolga anche la famiglia e/o i diversi attori del territorio per il reinserimento dell’individuo nel contesto sociale.

La Dipendenza, al di là della situazione, oggetto, sostanza, che la provoca, si connota con le seguenti caratteristiche: 

- continua ricerca della sostanza o situazione (Craving);
- perdita progressiva del controllo sull’utilizzo di ciò che provoca Dipendenza;
- necessità di aumentare la dose quantitativa o spazio-temporale per ottenere il medesimo effetto provato precedentemente (Tolleranza o Assuefazione);
- presenza di Astinenza più o meno grave nel caso in cui venga sospeso l’utilizzo di ciò che provoca Dipendenza;
- compromissione sempre più grave dei contesti sociale, lavorativo, familiare, affettivo, etc.

Nel trattamento della Dipendenza è indicato il supporto psicologico individuale, che aiuti la persona che soffre e la segua in un percorso che le permetterà di comprendere l’origine del disturbo sviluppando quelle strategie utili al fine di tornare alla vita sana e adeguata. È importante sottolineare che nel sostegno di un soggetto "-dipendente" anche il lavoro con  la famiglia, o con il partner è fondamentale perchè si sviluppino, anche in questo caso, le risorse, la forza per reagire ed adottare comportamenti e risposte adeguate alla situazione problematica.

Lo stress porta a sintomi fisici attraverso cui il nostro corpo parla e ci comunica di rallentare. Per esempio possiamo sentirci frequentemente stanchi,  essere irritabili, sperimentare tachicardia, respirazione irregolare, squilibri nell’appetito, tensione muscolare, emicrania, problemi sessuali e difficoltà nel sonno. Lo stress può essere infine associato a diversi disturbi psicologici tra cui la depressione, i disturbi d’ansia, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi del sonno, i disturbi sessuali e  i disturbi psicosomatici. Il supporto psicologico in questo senso risulta essere un valido aiuto nella gestione efficace del tempo per esempio o per sviluppare le tecniche per fronteggiarne efficacemente i sintomi.

Coloro che si separano pongono fine ai loro ruoli di coniugi o compagni, ma rivestono sempre i rispettivi ruoli di padre e di madre. Questa realtà richiede una rinegoziazione per lo stabilirsi di un nuovo equilibrio, necessario per il benessere psicologico dei figli.

È importante non solo mantenere il proprio ruolo genitoriale, ma anche legittimare e sostenere il ruolo genitoriale dell’altro, consentire ai propri figli di mantenere il rapporto con l’altro genitore  e di averne una immagine libera dai conflitti e dai rancori matrimoniali. Un percorso di sostegno a coloro che stanno vivendo la difficile fase della separazione vuole porsi l’obiettivo di creare uno spazio per vivere il proprio dolore ed elaborarlo, un aiuto per raccogliere e riposizionare i pezzi del puzzle del propria vita che sembrano improvvisamente essere andati in mille direzioni, un luogo per ritrovare le risorse con cui ripartire.

La nostra cultura educativa è ricca di messaggi che non favoriscono l’espressione delle emozioni. Tendiamo quasi sempre a cercare di nascondere le diverse emozioni che caratterizzano gli eventi della nostra vita.

Questa modalità non ci fa star bene spesso amplificando l’intensità delle stesse emozioni e il timore che gli altri le vedano e possano giudicarle. Un percorso di sostegno psicologico diventa un valido strumento di apprendimento di quelle modalità che ci consentono di esprimere le emozioni nella maniera piu’ efficace.

Apprendere una modalità adeguata di espressione delle emozioni ( modalità assertiva ) ci permette di sviluppare la capacità di esprimere emozioni, pensieri e bisogni nel rispetto di se stessi e degli altri.

La psicodiagnosi all’interno di un percorso psicologico è una fase iniziale in cui si cerca di valutare la problematica attraverso colloqui e somministrazione di test. Il colloquio consente di dare una cornice al problema che il paziente riporta. I test psicologici permettono di raccogliere ulteriori dati obiettivi, sul problema riportato, sulle caratteristiche di personalità, sulle risorse e sulle difficoltà dell’individuo.

Il  processo di psicodiagnosi permette quindi allo psicologo di avvalersi di una valutazione complessiva del soggetto che successivamente condivide col paziente e da cui partire per definire insieme gli obiettivi di un eventuale percorso psicologico.

I pensieri orientano le nostre azioni e nella persona passiva i pensieri sono di autosvalutazione e stanno alla base di una scarsa autostima e autoefficacia.

La persona aggressiva ha di contro una idea di superiorità di sé e svalutazione dell’altro che si manifesta nell’uso della manipolazione e della critica distruttiva.

La persona assertiva si configura esattamente come una persona in grado di dare valore a se stessa con la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie risorse, grazie alle quali si sente capace e in grado di poter esercitare un controllo delle situazioni.

La persona assertiva ha un comportamento caratterizzato da rispetto, chiarezza e responsabilità. Gli obiettivi di un percorso psicologico che favorisca lo sviluppo delle capacità assertive sono:

• imparare a conoscere meglio se stessi, analizzare i propri comportamenti manifesti e nascosti;
• costruire una buona immagine di sé privata e professionale, superando le paure e le inibizioni sociali;
• saper comunicare con gli altri (dopo la conoscenza di sé) con sicurezza ed efficacia, incrementando le proprie abilità interpersonali;
• realizzare un comportamento equilibrato e costruttivo privo di connotazioni di passività e/o aggressività.

Perché di fronte ad uno stesso evento stressante o traumatico le persone reagiscono diversamente?

Alcune sembrano uscire indenni da eventi o situazioni che in altre persone producono effetti significativi. C’è una caratteristica molto importante che ci distingue e che determina la nostra reazione ad eventi potenzialmente critici: la resilienza.

In psicologia questo termine indica la capacità di un individuo di far fronte a eventi stressanti o traumatici. La persona resiliente di fronte ad un evento stressante o traumatico, continua il percorso di crescita e di vita in modo integrato riorganizzando positivamente la propria esistenza.

Essere resilienti non significa non provare sofferenza o cancellare un’esperienza dolorosa, ma viverla, accettarla ed elaborarla per integrarla nel più ampio percorso di vita.

La resilienza di un individuo si struttura a partire dalle esperienze vissute in famiglia, ma non è fissa e immodificabile e può essere incentivata e favorita attraverso un intervento che sia orientato a migliorare i pilastri che la sostengono e la favoriscono e a modificare gli occhiali che indossiamo per guardare la realtà.

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